venerdì 31 gennaio 2020

12 SABBIA E FERRO Carlo Volontè (Regio Esercito)




Carlo Volontè, classe 1921 - croce di guerra al valore militare - racconta la sua esperienza di guerra.

Volontè si arruolò nel 1940 e dopo l'iter addestrativo venne assegnato alla Divisione Ariete e inviato in Africa, dove combattè come radiotelegrafista, su un semovente 75/18.

Nell'intervista Volontè narra con grande sincerità la vita e le difficoltà dei militari italiani al fronte. Carri malfunzionanti, riserve di uomini e materiali che non arrivavano, armi vestiti e viveri insufficienti.

Dopo la battaglia di El Alamein, si rifugiò a Tunisi, dove venne catturato. Lavorò come bracciante e pescatore ad El Bibane, in una azienda agricola gestita da un maltese e tornò in patria nel 1946.

Durata 52 minuti - Lingua ITALIANO / No sottotitoli

Negli extra SCENE INEDITE e  il video DALLE BATTERIE A CAVALLO AI SEMOVENTI










Mentre i veterani intervistati aumentavano di numero, cominciai a distribuire in piccole quantità i DVD attraverso alcuni punti vendita. 
Uno di questi, che sicuramente tutti gli appassionati di storia militare conoscono, è La Libreria Militare di Milano. 
Grazie a Federico Pejrani che ci lavora, ho avuto la possibilità di incontrare altri due veterani, Carlo Volontè e Giovanni Peroncini. 
Volontè era stato marconista sul carro M14 ed aveva combattuto ad El Alamein. 

Qualcuno dice che sia stato lui a inviare il famoso ultimo messaggio : «Carri nemici fatta irruzione ... Con ciò ARIETE accerchiata ... Carri ARIETE combattono!» 
Glielo chiesi e Carlo non smentì ma non confermò, perchè essendo un uomo veramente onesto, non voleva attribuirsi meriti non suoi, e disse molto semplicemente "potrei effettivamente essere stato io a inviare quella comunicazione, come potrebbe anche essere stato qualcun altro. Non saprei."

Dopo la battaglia di El Alamein riparò a Tunisi dove fu catturato.
Parte del periodo della prigionia lo passò a Ben Gardane, come lavorante per un maltese che aveva un'azienda agricola là. 
Questo maltese un giorno si presentò al campo di prigionia e portò via con se, accordandosi con gli Inglesi, alcuni prigionieri da utilizzare come lavoranti. Tra questi c'era Volontè.
Finalmente dopo due anni anche Carlo fu rimpatriato. 

Tornato a Milano ricominciò a lavorare.
I primi anni fece il cameriere ed un giorno nel ristorante dove lavorava si ritrovò davanti il maltese che gli offrì di tornare a Ben Gardane, per lavorare ancora nell'azienda agricola. Sicuramente Volontè aveva lasciato un ottimo ricordo. Comunque non accettò e fece altro.

Anche la famosa soprano Maria Callas, che lo conobbe a Milano, gli propose di lavorare per lei, ma anche in quel caso declinò l'offerta.
Una curiosità, mi mostrò un libro dove si parlava di El Alamein e lui veniva citato come fratello dell'attore Gian Maria Volontè ... mi spiegò che in realtà  era il cugino.

giovedì 30 gennaio 2020

11 L'AVIATORE - Umberto Bernardini (Regia Aeronautica)



L'AVIATORE - UMBERTO BERNARDINI E LA SUA STORIA


Umberto Bernardini sin da ragazzo voleva essere un aviatore.
E' riuscito a realizzare il suo sogno entrando nella Regia Accademia Aeronautica nel corso Vulcano.

L'8 settembre Bernardini fugge a sud per continuare a combattere nella guerra di liberazione.

Vola sui bombardieri Martin Baltimore partecipando a molte missioni. In quei giorni capisce la differenza tecnologica che c'è tra l'aeronautica Statunitense e la Regia Aeronautica. Agli alleati non manca nulla, carburante, pezzi di ricambio, uomini ma soprattutto aerei migliori.

Bernardini è tra gli equipaggi che partiti da Campomarino effettuano l'ultimo volo di guerra della Regia Aeronautica, il 5 maggio del 1945.
Altrove la guerra è già finita. Finalmente anche loro quel giorno ricevono l'ordine di tornare a casa "...per cessazione delle ostilità sul fronte balcanico..."

Dopo la guerra tramite il colonnello Paolo Moci suo superiore, viene assegnato al reparto sperimentale.
Nel 1953 viene inviato, primo pilota in Italia, a frequentare il corso per piloti collaudatori presso la Empire Test Pilots School in Inghilterra.
In quell'occasione a bordo di un F86 Sabre dell'Aeronautica Militare Canadese  è il primo italiano a volare oltre il muro del suono.



Negli anni della pensione, con l'amico e collega Giorgio Bertolaso, partecipano al primo giro del mondo per aerei da turismo, con un Piper soprannominato BeBè (Bernardini - Bertolaso).
Volano per oltre 35.000 km per un totale di 22 giorni. E' il 1992.
Per l'impresa vengono decorati con la medaglia d'oro al Merito aeronautico.
Umberto Bernardini nella sua carriera di pilota collaudatore ha volato su 101 differenti modelli di aeroplani, elicotteri e alianti.

Durata 49 minuti - Lingua ITALIANO / No sottotitoli

Extra 1) Un Bebè al giro del mondo 2) I caccia della Regia Aeronautica








IL 2 OTTOBRE IL COMUNE DI CASTELNUOVO DI PORTO HA RICORDATO IL GENERALE UMBERTO BERNARDINI COMMEMORANDONE I CENTO ANNI DELLA NASCITA CON UN EVENTO PRESIEDUTO DAL SINDACO RICCARDO TRAVAGLINI E PRESENTATO DA GIOVANNI CURCURUTO.
HANNO COLLABORATO ALLA REALIZZAZIONE IL VICE SINDACO VALENTINA PIREDDA E VANIA DI MEO.
SONO INTERVENUTI TRA GLI ALTRI VIVIANA BERNARDINI, GORIVIANO BERNARDINI, STEFANO BERNARDINI, UMBERTO BROCCOLI, IL MAESTRO LUCA BERNARDINI, IL GEN. S.A. SETTIMO CAPUTO, IL GEN. B.A. ROBERTO DI MARCO E IL SEGRETARIO GENERALE DELL'ASSOCIAZIONE PIONIERI DELL'AERONAUTICA BACCHINI,  GUIDO E ANTONIO BERTOLASO, OLIVIA E CAMILLA BERNARDINI E MOLTI ALTRI.
ERANO PRESENTI ANCHE LUCIANO MARCHES E ALESSANDRO BOLZAN MARIOTTI POSOCCO DEL CORSO FALCO 3.










Viviana Bernardini  Luciano Marches 
e il Vicesindaco Valentina Piredda


PIER LUIGI M. BACCHINI 
SEGRETARIO GENERALE ASSOCIAZIONE PIONIERI DELL'AERONAUTICA

Da sinistra Il Generale B.A. CAPUTO e il Sindaco RICCARDO TRAVAGLINI


VIVIANA BERNARDINI E IL SINDACO RICCARDO TRAVAGLINI E LA VICE SINDACO VALENTINA PIREDDA






Il Generale Bernardini era l'uomo dei record, primo pilota Militare Italiano a superare la barriera del suono, su un F86 dell’Aeronautica Canadese, quando era in Inghilterra per il corso da pilota collaudatore, che tra l’altro nel dopo guerra fu il primo a frequentare. Aveva fatto parte del Reparto Sperimentale, per cui aveva volato su moltissimi aerei, vantava 101 passaggi macchina... aveva volato con tutto, dagli alianti ai quadrireattori, passando per il mitico Starfighter che mi disse di sognare la notte.

Era del corso Vulcano. 
Aveva combattuto nel gruppo Baltimore, per cui avete già capito che dopo l'8 settembre era nella fazione del sud.
Questo non significa che non avesse compreso la scelta di alcuni suoi colleghi di aderire alla RSI. 
Fu proprio un suo amico che era stato nell’Aeronautica Nazionale Repubblicana, Cesare Erminio, a consigliarmi di intervistarlo.
Erano in ottimi rapporti, anche se dopo l' 8 settembre avevano fatto scelte diametralmente opposte.
Bernardini rimase fedele al giuramento al Re e passò le linee tornando volontariamente nel sud dove la Regia Aeronautica si stava riorganizzando.
Per cui lui fece una scelta ben precisa, rischiando anche di essere catturato.
Per lui non fu una questione geografica come per molti altri, che trovandosi a nord rimasero là solo per quel motivo.
Dopo l'intervista ci saremmo dovuti rivedere perché voleva aggiungere alcuni aneddoti riguardanti la sua carriera nel dopo guerra. Io intanto continuai la ricerca di veterani.

Purtroppo il Generale scomparve improvvisamente e la seconda parte dell'intervista non si fece mai.
Il completamento del documentario lo devo al Comandante Paolo Monti che mi aiutò a rimettermi in contatto con la moglie del Generale e la figlia Viviana. 
Paolo Monti era stato compagno di corso in Accademia Aeronautica del marito di Viviana Bernardini, Luciano Marches, anche lui figlio di un noto Generale Pilota dell'AM.

Come detto prima, nel frattempo intervistai il Generale Alessandro Setti e anche altri veterani, fino a che Paolo Monti mi aiutò a organizzare l'incontro con la figlia del Generale e ad acquisire alcune foto preziose per il documentario.

Bernardini dopo la guerra concluse la carriera come addetto militare dei Presidenti Leone e Pertini. Era un pilota nato, tanto che quando era già in pensione con l'amico e collega Giorgio Bertolaso fecero il giro del mondo a bordo di un Piper soprannominato Be'Be' (Bernardini/Bertolaso) non ne sono sicuro ma credo che ancora oggi siano l'equipaggio piu' anziano ad aver portato a termine l'impresa. 
Ricordo però che il Generale mi raccontò che un giorno a Ponte Milvio a Roma incontrò l'Ammiraglio Birindelli, che sapendo della preparazione del viaggio gli disse "Tu e Bertolaso siete due pazzi!". 
Quando il viaggio era finito si rincontrarono di nuovo e Birindelli gli disse : "ti avevo detto che eravate due pazzi, ma sbagliavo, siete due grandi piloti per essere riusciti a tornare vivi!".

Claudio Costa




 

 

10 QUANDO PEDRO VOLAVA Costantino Petrosellini (Regia Aeronautica)

QUANDO PEDRO VOLAVA




Costantino Petrosellini, classe 1921 è sottotenente pilota di complemento quando viene assegnato alla 41ª Squadriglia del 63º Gruppo, basata sull'aeroporto di Campoformido ad Udine.
Pilotando un ricognitore biplano Ro.37 compie le sue prime missioni di guerra contro la Jugoslavia.
Nel luglio del 1941 inizia l'addestramento sul Macchi M.C.200 e viene assegnato al secondo Stormo in Africa. In seguito torna in Italia ritrovandosi a Napoli il giorno dell'8 settembre. Con il suo comandante e gli altri componenti del Gruppo vola a Sciacca per arrendersi agli Alleati. La sua guerra finisce praticamente in quei giorni anche se continua a fare qualche altra missione.
Durante la sua carriera è stato decorato con 3 Medaglie d'argento al valor militare e una Croce di Guerra, oltre ad ottenere una promozione per meriti di guerra. Ha abbattuto 5 aerei nemici tra cui una Fortezza volante.
Dopo la guerra ha continuato a volare nell'Aeronautica Militare entrando nel reparto sperimentale.
E' stato il collaudatore dell'Aerfer Sagittario 2.
Lasciata l'Aeronautica Militare ha proseguito a volare in Alitalia come primo Comandante. E' deceduto a Roma il 21 gennaio 2015.

Durata 75 minuti - Lingua ITALIANO / No sottotitoli

Extra 1) Scene inedite 2) Aerfer Sagittario 2

disponibile in 3/5 giorni lavorativi 





mercoledì 29 gennaio 2020

8 SOPRA E SOTTO I MARI Ottorino Beltrami (Regia Marina)

SOPRA E SOTTO I MARI




Ottorino Beltrami (1917-2013) frequenta il corso Pirati nella Regia Accademia della Regia Marina. Dopo aver navigato su diversi incrociatori, viene mandato alla scuola sommergibili di Pola. Dopo alcune esperienze agli ordini di Virgilio Spigai comanda il sommergibile Acciaio.
Ferito in un bombardamento mentre l'Acciaio è fermo in porto, perde una gamba e viene mandato in convalescenza.
Dopo l'8 settembre fugge a sud ed entra nel SIS della Marina agli ordini dell'Ammiraglio Maugeri.
Terminata la guerra incontra Adriano Olivetti e decide di congedarsi.
Per Adriano Olivetti segue il piano Marshall e successivamente è amministratore delegato della Olivetti, Finmeccanica, General Electric, presidente della Sip e dell'Assolombarda.

Durata 45 minuti - Lingua ITALIANO / No sottotitoli

Extra 1) IL CODICE DELLO SPIRITO DEL SERCHIO Video con L'Ammiraglio Gino Birindelli 2) Chi era il Marinaio Mario Carletti















7 COMANDANTE MAX Massimo Rendina (Regio Esercito)




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MASSIMO RENDINA

DALLA CAMPAGNA DI RUSSIA ALLA RESISTENZA

Massimo Rendina (1920-2015) nasce a Venezia e negli anni della sua formazione entra a far parte dell'Azione Cattolica. Partecipa come atleta a gare sportive e si distingue nel nuoto.

Iscritto all'università entra in contatto con il primo antifascismo, comunque quando l'Italia entra in guerra decide di partire volontario, anche se potrebbe rinviare per motivi di studio.

Avendo un diploma frequenta la scuola per ufficiali di complemento e viene assegnato ai Bersaglieri.

Parte per la campagna di Russia con il Corpo di Spedizione Italiano in Russia.

Ammalatosi viene fatto rientrare in Italia, dove torna a lavorare come giornalista insieme ad Enzo Biagi al Resto del Carlino.

Dopo l'8 settembre segue Corrado Bonfantini nelle Brigate Garibaldi con i nomi di battaglia  "Comandante Max", "Max il giornalista" e  "Max Manara" (per la sua parentela con Luciano Manara da parte materna) o semplicemente "Max."

Tra i reparti che comanda nelle Brigate Garibaldi uno dei primi è quello de La Barca, dal nome di un località in cui si trova.

Alla fine della guerra è a Torino il giorno in cui in città la popolazione insorge. 
I Tedeschi ormai sono in ritirata, già fuori della città. Anche di fascisti ne sono rimasti pochi. 
Rendina assiste all'impiccagione di Giuseppe Solaro il federale della città e alla furia dei civili sul suo corpo che viene portato in processione dopo essere stato impiccato due volte, perchè la prima volta il ramo dell'albero a cui era legato si spezzò. Rendina è disgustato. Lo stesso Togliatti chiama i vari capi partigiani e ordina di reprimere sul nascere scene del genere, perchè teme che ne saranno incolpati i partigiani stessi.

Dopo la guerra lavora all'unità con Giorgio Amendola, successivamente alla settimana Incom con Luigi Barzini Jr e poi alla RAI dove dirige il primo telegiornale sostituendo Vittorio Veltroni deceduto prematuramente.
Viene cacciato dalla guida del telegiornale da Fernando Tambroni per motivi politici, ma grazie ad Aldo Moro torna a lavorare e va negli stati uniti per organizzare RAI Corporation.

Durata 52 minuti - Lingua ITALIANO / No sottotitoli

Extra : Scene inedite (Gli anni del cinema / Edgardo Sogno / La battaglia culturale / Oggi si vive nel presente)

disponibile in 3/5 giorni lavorativi







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N.d.A.
Massimo Rendina lo incontrai grazie a Luciano Vincenzoni.
Erano veneti entrambi, Luciano di Treviso e Rendina di Venezia e proprio a Venezia si erano conosciuti subito dopo la guerra.
La sera del loro incontro erano in un ristorante dove si festeggiava qualcuno, con tanto di cena luculliana, ma alla fine non si sapeva chi dovesse pagare il conto, anche perchè il festeggiato non si capiva chi fosse. Forse era uno scherzo, comunque tutti sgattaiolarono via lasciando camerieri e ristoratore da soli.
Dopo la fuga dal ristorante, Rendina e Luciano rimasero in contatto, anche perchè entrambi frequentavano il mondo del cinema. 
Rendina infatti oltre a fare il giornalista, in quegli anni aveva conosciuto Piero Tellini, noto sceneggiatore e zio di Zeffirelli, con cui realizzò dei film. 
Quando andai a presentarmi a Rendina era presidente dell' ANPI Roma. 
Gli dissi che volevo intervistarlo per inserire la sua testimonianza nella serie che stavo facendo sui veterani italiani.
Mi chiese chi avevo incontrato prima di lui. 
Gli nominai Denti, Birindelli, Erminio e lui disse : "ma sono tutti fascisti!" e io sorridendo risposi "beh si, per questo sarebbe ora che parlasse anche qualche comunista". 
Rendina era molto simpatico, un intelligenza viva, fresca la sua, non aveva i paraocchi.
Era stato sottotenente di complemento dei Bersaglieri, e tra l'altro la madre era imparentata con Luciano Manara, che morì in difesa della Repubblica Romana nel 1849 proprio al comando dei suoi bersaglieri.




Sinceramente della sua esperienza militare mi interessava soprattutto la Campagna di Russia.
Prima di fare il partigiano aveva rischiato di morire sul fronte russo dove era andato volontario come Sottotenente.
Per questo reputavo e non a torto, che potesse avere una visione della guerra ampia, non circoscritta al territorio italiano, tra valli e montagne, come altri partigiani. 
Dopo l'intervista ci sentimmo spesso, mi raccontò molte cose della sua vita. 
Lo andavo a trovare o alla sede Anpi, nei pressi di via della Lungara fino a quando rimase in carica, o nella sua casa vicino il giardino zoologico in via cuboni.
Poi non lo vidi piu', lo sentivo solo telefonicamente per decidere un appuntamento che di volta in volta lui rimandava perchè non si  sentiva bene e infatti aveva la voce sofferente e un giorno appresi la notizia della sua scomparsa.
Per chi non lo sa Rendina dopo la guerra fece una carriera invidiabile.
Dai primi tentativi nel cinema continuò a lavorare come giornalista e collaborò alla settimana INCOM. 
Quando il padre di Walter Veltroni che dirigeva il Tg RAI morì giovanissimo, si trovarono con la necessità di sostituirlo e la scelta cadde su Rendina. 
Dopo poco tempo Tambroni lo fece cacciare perchè riteneva che un direttore del TG nazionale non poteva essere comunista, ma grazie all'intercessione di alcuni politici, tra cui Moro, Rendina venne reintegrato con un aumento di stipendio e inviato insieme a  Mike Bongiorno negli Stati Uniti, dove mise le basi per la creazione della RAI Corporation...insomma l'intervento di Tambroni fu propizio e infatti a questo riguardo nell'intervista Rendina concludeva dicendo "non mi sento una vittima di regime".

C.C.









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