giovedì 11 luglio 2019

EROI E MITOMANI

Si sa, non tutti vivono la vita che vorrebbero, qualcuno se ne fa una ragione altri invece non si arrendono e fino alla fine raccontano la vita di altri fingendo che sia stata la loro.
Intervistando le persone capita di incontrare qualche mitomane di questo tipo.
Per fortuna sono la minoranza.
Riguardo alle interviste sui veterani capita di incontrare veri Eroi, a volte anche inconsapevoli, sempre umili, gente che la guerra l'ha fatta e ne ha le scatole piene di sentirne parlare con toni propagandistici.



Ma ci sono anche i bugiardi, i malati...i mitomani.
Ci sono vari gradi di mitomania.
Dopo qualche sfortunato incontro si può stilare un piccolo vademecum.
C'è il millantatore senza vergogna, che arriva anche a dimenticare quello che ha raccontato poco prima, sbagliando date o facendo una minestra di informazioni tale da uscire allo scoperto. 
Mi capitò per esempio uno che affermava di aver fatto una missione con la Decima MAS ma non poteva dirmi il nome dei suoi commilitoni, perchè la missione era segreta, non mostrava brevetti da incursore sempre perchè diceva di essere stato utilizzato per missioni segretissime, io avevo conosciuto Birindelli che orgogliosamente mi mostrò subito il suo brevetto...che strano vero? Inoltre quando gli chiesi se almeno si ricordava i volti dei suoi commilitoni con cui fece la missione, disse che durante tutto il viaggio su un battello, partito al tramonto da San Remo ed arrivato ad Anzio, tutti portavano il respiratore per cui non li vide mai in volto. Detta così sembra vera, ma sempre Birindelli mi spiegò che quei respiratori dopo un po' portavano anche allo svenimento, tanto che il suo secondo sul Siluro a Lenta Corsa durante la loro missione svenne; questo perchè il secondo che sedeva dietro rimaneva con la testa sotto l'acqua molto più a lungo, mentre il comandante per vedere la direzione ogni tanto con la testa usciva fuori dall'acqua e respirava senza il congegno.



L'Ammiraglio Gino Birindelli MOVM
Un Ufficiale che non si arrampicava sugli specchi quando raccontava la sua esperienza di guerra



Invece in altri casi ci vuole comunque un occhio (anzi orecchio) attento per capire la bugia.
Ci sono quelli che si organizzano in modo quasi maniacale, leggendo libri su libri, fino a metabolizzare un certo argomento e un determinato periodo storico. 
Anche qui l'asino cade se incontra l'ascoltatore giusto, che è più preparato di lui, e soprattutto che non ascolta con nostalgica passione dei tempi passati, ma perchè deve capire, scoprire e studiare meglio l'argomento di cui il mitomane sta parlando.
Solitamente quelli così parlano troppo e di cose vacue,  infarciscono tutto di dettagli, tanti dettagli, troppi... dopo un 'ora non hanno ancora detto nemmeno in che anno furono chiamati alla leva ma ti hanno raccontato tutto della seconda guerra mondiale.
Mi capitò di ascoltare uno così ad un convegno...dopo un' ora e mezza gli tolsero la parola, c'era gente che dormiva ...e nessuno ebbe il coraggio di chiedergli "scusi ma lei che ha fatto durante la guerra?". 
Temevano un' altra ora e mezza di parole, ma in quel caso non ci sarebbero state, perchè in realtà questo la guerra non l'aveva fatta, ma gli organizzatori pur di fare cassa e vendere qualche libercolo,  scritto dal mitomane ovviamente,  non controllarono...eppure ci voleva poco, bastava vedere anche l'età... era troppo giovane per aver fatto chissà cosa e soprattutto  dallo stato di servizio traspariva poco ...o niente.
Poi analizzando il libercolo che aveva scritto si capiva che era un bugiardo o romanziere mancato ma romanziere è un parolone nel suo caso. Un racconto infarcito di luoghi comuni e di scene "già viste", sempre dicendo che era tutto "romanzato", così  in caso di critiche poteva sempre appellarsi al fatto che tutto era inventato, ma nei convegni tutto diventava vero... insomma non sapeva decidersi manco lui se quel che diceva era vero o non era vero.
Ma passiamo ad un altro tipo di mitomane, il finto rimbambito, quello che quando gli fai notare l'errore ti dice "ah si, scusa, sai com'è... alla mia età...".
Questi però solitamente sono meno coriacei, quando gli fai le domande giuste lamentano subito mal di testa, mal di schiena (sapete com'è, l'età che avanza) e se ne vanno a letto...e domani è un altro giorno.
Poi c'è la gradazione più lieve ma comunque sempre di mitomania si tratta, quello che abbellisce la carriera che altrimenti sembrerebbe un po' grigia, un po' monotona, un po' ... da imboscato.
Meglio dire che ci si è battuti nelle sabbie del deserto di El Alamein che tra i bolli e le scartoffie di un ufficio delle retrovie. 
E' meglio anche per avere un po' di attenzione a qualche raduno, dove giovani nostalgici ti cercano, ti parlano, ti chiedono una foto, un autografo... insomma ci si sente star per un giorno...
Tra gli "abbellitori" di carriera capita anche qualcuno che in realtà potrebbe evitare ma, diciamo per debolezza umana deve per forza ingigantire qualche merito.
La loro è la forma più lieve, però verrebbe da dirgli "ma chi te lo fa fare? per una piccola bugia che potrebbe essere scoperta, rischi che un giorno tutta la verità rimanga offuscata".
Comunque questi le cose anche se poco le hanno viste e fatte, spesso sono quelli che al momento della chiamata alle armi erano molto giovani e si sono ritrovati o con l'8 settembre tra capo e collo e fagocitati dal caos di quei giorni o addirittura entrati nel conflitto quando ormai era tardi per sparare anche un solo colpo e tutto sommato a volte nemmeno conveniva rischiare troppo, visto che si sapeva che la guerra era ormai finita.

Il problema comunque di tutti questi tipi di mitomani non sono loro, ma sono quelli che prendono per buono tutto quello che gli raccontano senza controllare neanche una data, neanche una coincidenza, niente.
Con il passare del tempo man mano che i veri Eroi scompaiono i mitomani pullulano, perchè nessuno può svergognarli.
Quando muore uno di questi mitomani però non puoi non incazzarti a leggere tutti gli "ONORI" "RIP" "SEMPER FIDELIS"  ecc ecc che abbondano in rete per circa 72 ore...poi tutto passa, peccato che passano nel dimenticatoio gli Eroi veri, quelli che non hanno abbellito la loro carriera e magari hanno detto anche qualche verità scomoda nelle interviste e per questo sono piaciuti meno ai nostalgici rincoglioniti o ai presidenti di alcune associazioni combattentistiche che campicchiano vendendo libri indegni o chincaglierie varie, tipo stemmini e cappelletti, con loghi di reparti entrati nella leggenda, vedi Decima Mas o Folgore.
Come detto i mitomani spesso scrivono libri di memorie o romanzetti, si scoprono letterati quasi sempre coadiuvati da editori ladri che gli fanno pagare a caro prezzo le copie che loro poi regalano a profusione.
Me ne capitò uno che di libri ne aveva scritti almeno 4 e me ne inviò in regalo due. Era un pilota da caccia...diceva lui.
Gli telefonai dicendogli che c'erano delle cose strane in questi libri, addirittura fotografie di altri piloti, anche noti, con didascalie che affermavano che fosse lui nel cockpit.
La colpa la diede all'editore cialtrone...pensai che potesse essere così, allora gli chiesi copia dello stato di servizio.
Mi mandò un documento raffazzonato e falsificato alla buona, non con l'ultima versione di photoshop per intenderci, e lì capii che avevo davanti un malato di mente. 
A quel punto glielo dissi cercando di non essere scortese. 
Mi inviò una lettera dove ammetteva le bugie raccontate e  finiva dicendo ... "però c'ero anch'io" ... dove? pensai, nel diciannovesimo secolo?
Concludo dicendo che sempre questo qui, aveva un'altra caratteristica, chiamava tutti i veterani, quelli veri, dicendogli "ti ricordi? eravamo al gruppo con Visconti"...e quelli ovviamente non se lo ricordavano; Gorrini lo mandò a fanculo, Pizzati pensò che era scemo ed Erminio affermò di non averlo mai sentito nominare.


 

Cesare Erminio - prima l'Accademia Aeronautica, Corso Urano, poi la Regia Aeronautica, dopo il Primo Gruppo Gruppo Caccia Asso di Bastoni di Visconti e dopo la guerra l' Alitalia.
Vita intensa e mai noiosa...alla faccia dei bugiardi.

Questo malato, perchè ripeto di malato si trattava, chiedeva foto, cercava anche parenti di defunti, fingendo di essere stato amico dei fratelli o degli amici, imbrogliò anche il fratello di Stefanini che in buona fede gli credette, infatti me lo presentò lui.


 

Stefanini e Visconti

Provò anche a imbrogliare Ruzzin, (informatevi su chi era se non lo sapete) gli chiese la lista dei piloti del Gruppo a cui apparteneva (così l'avrebbe memorizzata e avrebbe finto di essere stato tra questi).
Sapete che fece Ruzzin? Gli inviò la lista della spesa. 
:-D

C.C.




Gino Pizzati
Uno che non ha mai avuto bisogno di abbellire la sua carriera militare.




Carlo Murelli
Fatevela raccontare da lui guerra a El Alamein... c'è da imparare qualcosa





Giancarlo Galbusera




Mario Aimi ... uno vero, conoscerlo un grande onore.


Mario Aimi



 

Bertoldi e Zucchi i fatti di Cefalonia ascoltateli da loro che c'erano.










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