mercoledì 17 gennaio 2018

LUCIANO SALCE E LA PRIGIONIA IN GERMANIA

In alcuni siti internet e anche in libri che riguardano la storia della Repubblica Sociale Italiana abbondano i nomi di intellettuali italiani che aderirono alla repubblica di Salò.
In molti casi l'adesione è vera e documentabile, come per  Dario Fo, però ogni tanto ci scappa l'errore.
Con Luciano Salce è accaduto questo; l'hanno dato per "repubblichino", ma lui la guerra non l'ha fatta con il fucile in mano ma l'ha passata in un campo di lavoro tedesco con un breve intermezzo a Dachau come punizione per una fuga finita male.
Fu prelevato in Italia subito dopo l' 8 settembre 1943, nei giorni di caos sopraggiunti dopo che il capolavoro badogliano dell'armistizio venne reso pubblico.
Così mentre all'alba del 9 settembre il Re "sciaboletta" con parenti e Badoglio si affrettavano a raggiungere Brindisi, Luciano Salce e migliaia di altri giovani soldati italiani raggiungevano i campi di prigionia.
Per cui Luciano Salce non ebbe modo di arruolarsi nelle Brigate Nere o nella Decima Mas anche perchè i fascisti in quei giorni dovevano ancora organizzarsi; la R.S.I sarebbe ufficialmente nata dopo il discorso che Mussolini, fresco di liberazione sul Gran Sasso, fece alla radio dalla Germania il 18 settembre 1943.
Per cercare di fare chiarezza su questo equivoco il figlio Emanuele dopo anni di ricerche ha rintracciato la documentazione riguardante il periodo in cui il padre era militare e carte alla mano ora può finalmente precisare come visse Luciano Salce dal 1943 al 1945.



Lettera di Luciano Salce al padre scritta in prigionia



Lettere di Luciano Salce al padre



Luciano Salce in piedi è il terzo da sinistra



Locandina del film IL FEDERALE diretto da Luciano Salce 


Da sinistra Robert Hoffmann, il produttore Alfonso Sansone e Luciano Salce.


Festa per il film COME IMPARAI AD AMARE LE DONNE da sinistra Franca Bettoia Ugo Tognazzi Romina Power Elsa Martinelli Luciano Salce Robert Hoffmann Vittorio Caprioli.



Poster del film documentario di Emanuele Salce e Andrea Pergolari dedicato a Luciano Salce

Emanuele Salce e lo zio Guido fratello minore del regista



Luciano Salce sul set di un suo film



ALCUNI FILM DIRETTI DA LUCIANO SALCE

Il secondo tragico Fantozzi



L'anatra all'arancia



Fantozzi 



Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno



Il provinciale



Basta guardarla



Il Prof. Dott. Guido Tersilli primario della Clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue



Colpo di stato



Come imparai ad amare le donne



La cuccagna



La voglia matta



Il federale




martedì 9 gennaio 2018

32 LA DIVISIONE ACQUI A CEFALONIA Michele Zucchi (Regio Esercito)

LA DIVISIONE ACQUI A CEFALONIA


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Michele Zucchi parte da Mandello per il servizio militare e viene inviato a Cefalonia con la Divisione Acqui. Quando arriva l'8 settembre 1943 dopo i primi giorni di titubanza gli italiani iniziano la battaglia contro i tedeschi. Zucchi si salva dai bombardamenti degli stukas ma viene catturato con molti altri commilitoni. Viene imbarcato su una nave per essere portato in prigionia. Durante la navigazione la nave viene affondata. Lui cade in mare ma viene salvato dall’equipaggio di una seconda nave che trasporta altri prigionieri italiani. Molti suoi compagni non si  salvano dal naufragio. Portato in Russia e utilizzato come lavorante dai tedeschi, a causa dei cambiamenti del fronte, sia lui che altri militari italiani si ritrovano prigionieri a fasi alterne prima dei tedeschi poi dei russi, che finalmente a guerra finita li liberano lasciandoli tornare in Italia.

Durata 73 minuti Colore/stereo

Contenuti extra - Video l'eccidio di Cefalonia tra mito e realtà con Massimo Filippini 30'

Lingua italiano/no sottotitoli

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MANDELLO DEL LARIO
FESTEGGIA MICHELE ZUCCHI

Il 26 Gennaio alle 21.00 verrà proiettato nel Cinema Teatro Comunale Fabrizio De Andrè di Mandello il documentario LA DIVISIONE ACQUI A CEFALONIA con Michele Zucchi.


Zucchi fu internato in Russia dopo essere riuscito a scampare alla battaglia di Cefalonia ed anche al naufragio di una delle navi che dall'isola Greca portavano migliaia di prigionieri italiani nei campi di detenzione tedeschi. (Clicca qui per informazioni).




Regia Claudio Costa
Idea Walter Locatelli
Produzione Lorenzo Ruffini
Musiche Michele Ruggiero
Illustrazioni Francesca Romana Brogani
          

Michele Zucchi è nato a Mandello il 12 marzo 1923. Era un contadino come il padre Gerolamo quando fu chiamato alle armi il 5 settembre 1942. Fu assegnato all'Artiglieria e inviato in Grecia con la Divisione Acqui. Arrivò a Cefalonia il 2 febbraio 1943. Di guerra non ce n'era l'ombra in quei giorni; mare, sole, ulivi e convivenza con i Tedeschi e con gli abitanti dell'isola.
L'8 settembre del 1943 le cose cambiarono improvvisamente. Zucchi seppe dell'armistizio di notte da un ufficiale alquanto preoccupato. Il giorno dopo gli ordini furono di attendere notizie e non attaccare i tedeschi. Quando questi ultimi andarono a chiedere agli italiani le armi, secondo Zucchi degli ufficiali della sua batteria, Pigorini, Mancini e Mazzoleni decisero di rimanere al fianco dei tedeschi, lasciando liberi di arrendersi gli artiglieri contrari a questa decisione. Zucchi fu tra i ragazzi che si arresero e venne fatto prigioniero e portato a Lixuri. (Clicca per il video)

                               

Sopra Michele Zucchi secondo in piedi da sinistra a Cefalonia con dei commilitoni.

Dopo essere riuscito a scampare ai combattimenti che ci furono contro i tedeschi, Zucchi e altre migliaia di soldati italiani furono imbarcati su alcune navi e portati a Patrasso.
Da quel momento inizia la vera odissea di Zucchi e di migliaia di ragazzi della Divisione Acqui. Già durante il viaggio la sua nave affonda dopo aver colpito una mina. Zucchi è tra i naufraghi raccolti da una nave che seguiva. Molti altri moriranno in mare. (clicca per il video).
Arrivati a Patrasso i prigionieri saranno poi trasportati ad Atene per proseguire in treno verso la Polonia e utilizzati come lavoranti per i tedeschi. (clicca per il video).