domenica 26 novembre 2023

 ALFONSO SANSONE

PRODUZENT DURCH ZUFALL

E BAY

Ein film von Claudio Costa

Untertitel von Leila Garsi





E BAY


Nach dem Krieg begann Alfonso Sansone gemeinsam mit seinem Bruder Agostino eher zufällig, Dokumentarfilme zu produzieren und zog von Palermo nach Rom. Durch Citto Maselli machte er die Bekanntschaft eines jungen Australiers polnischer Herkunft, Henryk Chroscicki, der sich in der Stadt des Kinos aufhielt, um das Studienzentrum für Filmkunst zu besuchen.

Henryk und die Brüder Sansone werden zu Freunden und fangen an, von den Filmen zu träumen, die sie machen wollen.

Sie gründen zunächst die Firma ATC, mit der sie Kameras an Produktionen vermieten. Henryk erwirbt in Frankreich eine Lizenz zum Bau eines anamorphotischen Objektivs, das sie Totalscope nennen.

Dann stiegen sie in die Filmproduktion ein und gründeten SanCro Film, ein Akronym ihrer Nachnamen: Sansone und Chroscicki.

Ihre Produktionen verhalfen vielen Regisseuren wie Taviani und Ferreri zum Erfolg. Mit Ferreri begann nach dem Film Der Rollstuhl eine produktive Zusammenarbeit, zu der sich auch Ugo Tognazzi gesellte, der ein wichtiger Schauspieler für den Regisseur wurde.

Sancro Film produzierte auch Western mit Hollywood-Stars wie Telly Savalas, James Coburn, John Phillip Law und Lee Van Cleef. 

 Alfonso und Henryk wurden zwei etablierte Produzenten, die mit Rizzoli, Lombardo, Ponti, Levine und vielen anderen zusammenarbeiteten. 

 Nach harten Zeiten kommen die fetten Jahre.

Jahre später, als SanCro geschlossen wurde, begann Sansone mit dem Vertrieb von Kunstfilmen und brachte die Werke von Jodorowsky, Wenders, Fassbinder, Herzog und Rohmer nach Italien. 

 Chroscicki beschäftigt sich weiterhin mit technischen Mitteln, indem er Cosmovision und später Technovision gründete und auch mit Francis Ford Coppola bei Apocalypse Now zusammenarbeitet. 

Dies ist ihre Geschichte, die Geschichte eines Kinos, das nicht mehr existiert.


                                                                E BAY




martedì 18 aprile 2023

 LIBERA DI VOLARE

FIORENZA DE BERNARDI

E LA SUA STORIA

DISPONIBILE PER GLI ABBONATI AL CANALE YOUTUBE RONIN FILM PRODUCTION

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Figlia di Mario de Bernardi, pilota collaudatore ed inventore, è stata la prima donna in Italia a svolgere la professione di pilota di linea.

Ha ottenuto il primo di tre brevetti di volo nel 1951, iniziando il suo lavoro presso  la compagnia Aeralpi, grazie all'interessamento del Generale Garetto. 

Come prima donna ad affacciarsi alla professione di pilota, dovette combattere con i pregiudizi dei colleghi uomini, ma riuscì non solo a guadagnare la loro fiducia, ma aprì la strada a tutte le altre donne che ne seguirono l'esempio e intrapresero la stessa professione.

Durante la sua carriera ha pilotato diversi velivoli tra i quali il Twin Otter, il trimotore Yak-40 e il DC 8.

Un incidente stradale l'ha costretta a lasciare in anticipo il lavoro, ma ha continuato a seguire il mondo aeronautico come presidente  dell' ADA, l' Associazione Donne dell'Aria.

IN CONCORSO DAVID DONATELLO 2024

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venerdì 31 marzo 2023

L'AQUILA SENZA CORONA - VITA E AVVENTURE DI ADRIANO VISCONTI

 L'AQUILA SENZA CORONA

Vita e avventure di Adriano Visconti
un film documentario di Claudio Costa
collaborazione alla realizzazione Lorenzo Ruffini

La storia dell'uomo, del pilota, del comandante

Disponibile dal 29 aprile per gli abbonati al canale


Adriano Visconti nasce a Tripoli, figlio di Galeazzo Visconti di Lampugnano e Cecilia Dall'Aglio, emigrati in Libia in seguito alla colonizzazione italiana.  Con l'approsimarsi della chiamata alle armi, Adriano decide di intraprendere la carriera militare come ufficiale nella Regia Aeronautica. Vinto il concorso entra nel corso Rex. Terminata l'accademia è assegnato al 50esimo stormo assalto a Berka, dove vola con i Breda 65.






Parte due
PILOTA D'ASSALTO




Adriano Visconti a causa di una rissa con un collega, viene trasferito alla 23esima Squadriaglia del secondo gruppo dell'aviazione di presidio coloniale, ma dopo alcune missioni i suoi superiori, notando il suo spirito combattivo, lo reintegrano al 50esimo Stormo come pilota d'assalto.







PARTE 3
CACCIATORE SU MALTA



Con il 54esimo Stormo Caccia Visconti inizia l'addestramento con il Macchi 200 e viene inviato a Comiso per combattere sul fronte di Malta.
In seguito viene aggregato alla 86esima Squadriglia dove ha la possibilità di volare sui Macchi 202 per delle missioni fotografiche.
Successivamente partecipa alla battaglia di Mezzo Agosto del 1942.
Dopo la battaglia di El Alamein la Squadriglia di Visconti viene trasferita a Caselle Torinese.



PARTE 4
RITORNO IN AFRICA





Dopo la sconfitta delle forze dell'asse a El Alamein, la Regia Aeronautica inviò il 54° Stormo con i nuovi Macchi 202. Visconti nel frattempo era stato promosso Capitano. In Tunisia la linea del fronte cambiava di giorno in giorno, così lo stormo venne spostato sulla penisola di Capo Bon. Quando Tunisi cadde definitivamente lo stormo venne spostato di nuovo a Korba. Con 5 Macchi 202 efficienti, dopo un sorteggio, solo 5 piloti partirono per tornare in Italia. Visconti portò con se il Tenente Fioroni. Il 15 maggio 1943 il 54° stormo fu sciolto e i piloti assegnati ad altri reparti.





                                           
PARTE 5
8 SETTEMBRE 1943



Dopo lo scioglimento del 54 esimo Stormo, Visconti fu inviato a Sciacca, ma presto richiamato a Roma, dove i vertici dell'Aeronautica gli affidarono la 310 ^ Squadriglia Aerofotografica Caccia, dotata di Macchi 205 Veltro.  La vita della Squadriglia fu breve perchè quando arrivò l'armistizio Visconti si ritrovò senza ordini in Sardegna. Decise di rientrare a Guidonia, ma non volle abbandonare gli specialisti della Squadriglia. Con gli altri due piloti svuotarono i tre caccia monoposto e riuscirono a partire con 11 persone a bordo. 



                                     PARTE 6
LE CONSEGUENZE DELL'ARMISTIZIO




Rimasto a Guidonia senza ordini, Visconti nell'attesa che si chiarissero le cose, decise di dare ai componenti  della sua Squadriglia una licenza, così che potessero tornare a casa senza avere problemi con i   tedeschi che dopo l'armistizio avevano immediatamente cambiato il loro atteggiamento nei confronti degli ex alleati. Nelle varie zone di guerra, tra Francia, Grecia, Sardegna e nord Italia, le truppe tedesche iniziarono a muoversi. Mentre accadeva tutto questo Visconti aveva già maturato l'idea di continuare a combattere contro gli anglo-americani. Si trovava a Roma quando il 20 settembre incontrò Cesare Erminio.



PARTE 7
LA SCELTA




Il 12 settembre 1943 un commando di paracadutisti tedeschi preleva da Campo Imperatore Mussolini, portandolo in Germania. Pochi giorni dopo a radio Monaco, Mussolini pronuncia un discorso pubblico in cui afferma che avrebbe punito i traditori e ripreso le armi a fianco della Germania. Da quel momento tutti i militari italiani dovevano scegliere se rimanere fedeli al Re o continuare la guerra a fianco dei tedeschi, con il nuovo governo fascista. Visconti non ebbe dubbi su cosa fare, per altri invece decise il caso, chi si trovava a sud rimase con il Re, chi era a Nord si schierò con i fascisti.












Nel novembre 1943 viene ricostituito nell'aeroporto di Mirafiori il Gruppo Caccia dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana.
Molti piloti fedeli a Visconti lo seguono in questa nuova avventura, tra loro Erminio, Saieva, Gorrini, Fioroni, Cartosio, Rodoz, Weiss e molti altri.
Contemporaneamente viene riorganizzata a sud anche la Regia Aeronautica  con i piloti rimasti fedeli al Re. 
Le due realtà hanno difficoltà molto simili, soprattutto per la mancanza di mezzi idonei ma anche per la diffidenza nutrita sia dagli inglesi che dai tedeschi nei confronti degli italiani.
Il primo reparto dell'ANR a vedere la luce è il Primo Gruppo Caccia  seguiranno il Secondo Gruppo, il Terzo Gruppo e il gruppo Aerosiluranti.












Il 25 agosto 1944 tutti i comandi dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana vengono circondati da militari tedeschi e a tutto il personale viene chiesto di entrare a far parte della “Legione Aerea Italiana”, direttamente dipendente dalla Luftwaffe.
Visconti si rifiuta di accettare la proposta, che comporta la  perdita dell'identità nazionale del suo reparto. L'intervento di Mussolini ferma l'annessione e successivamente viene trovato un accordo tra italiani e tedeschi per riorganizzare la Caccia italiana.
Per i piloti del Primo Gruppo, rimasti senza aerei,  si prospetta una trasferta in Germania, per conseguire l' abilitazione sui Messerschmitt BF 109 G. IL 5 novembre 1944 il Gruppo Caccia di Visconti parte per  la Germania.











Mentre Visconti attendeva a Lonate Pozzolo l’arrivo dei nuovi aerei dalla Germania, l’avanzata degli anglo americani in Italia continuava.
Alla guerra di liberazione partecipavano oltre ai piloti della Regia Aeronautica del sud, anche militari della Regia Marina e del Regio Esercito, inquadrati nei Gruppi di Combattimento, al comando degli alleati.
Oltre a queste truppe regolari, a combattere i nazi fascisti c'erano diverse formazioni partigiane.
Sulla guerra partigiana ancora oggi si dibatte senza trovare punti di incontro. C’è chi considera i partigiani degli eroi e chi li descrive come degli sbandati o assassini, a seconda delle esperienze avute o dell’ideologia politica di appartenenza.
La realtà è che nelle formazioni partigiane confluirono persone con esperienze umane, politiche e militari talmente diverse che raccontare la guerra partigiana senza retorica è ancora difficile.
Con l’avanzata degli anglo americani verso nord, i partigiani nelle zone di Gallarate, Lonate Pozzolo e Malpensa iniziarono ad essere più aggressivi. Non c’erano mai stati scontri con gli uomini del reparto di Visconti, ma si arrivò ad un primo attacco che ne anticipò altri.






Il 15 febbraio 1945 vengono consegnati al Primo Gruppo Caccia Asso di Bastoni i primi Messerschmitt, su cui gli specialisti disegnano l’emblema del reparto.
Il 14 marzo 1945 il Gruppo Caccia utilizzò per la prima volta i nuovi  aerei in combattimento. 
Visconti e i suoi uomini intercettarono una formazione di B 25 Mitchell, scortati da otto P-47 Thunderbolt.
Visconti attaccò frontalmente l’aereo pilotato da Charles Eddy ma rimase ferito e, avendo l’aereo danneggiato, decise di  lanciarsi con il paracadute.
Alla fine della missione il bilancio per il Gruppo Caccia era stato molto negativo : 3 aerei abbattuti,  5 andati distrutti tra atterraggi di fortuna e incidenti, in totale i morti furono 3. 
Il 19 aprile il Gruppo Caccia sostiene il suo ultimo combattimento in cui perde la vita Aurelio Morandi, l’ultimo caduto del reparto. 
Con gli alleati sempre più vicini a Milano, Visconti decide di  sospendere ogni attività di volo e di spostare tutti gli aerei sul campo della Malpensa, lasciando alcuni uomini a sorvegliarli,   mentre il resto del personale inizia a trasferirsi in una scuola a Gallarate, per rimanere in attesa di  ulteriori sviluppi. 








Il 24 aprile 1945 gran parte del personale del Gruppo Caccia ha raggiunto la scuola Ponti a Gallarate. Il 25 aprile i partigiani aiutati dalla popolazione iniziano l’insurrezione nelle città. Visconti rifiuta di arrendersi e decide di attendere l'arrivo degli anglo americani. Il 26 aprile da Milano arriva il colonnello Paride Sacchi e insieme a Visconti redige un documento con i termini della resa del Primo Gruppo Caccia da portare al Generale Sala, nuovo responsabile della Regia Aeronautica, impegnandosi a dare una risposta. Giunge a Gallarate anche Aldo Aniasi, comandante della seconda Divisione Garibaldi REDI. Con la sua presenza i partigiani comunisti diventano preponderanti. La mattina del 28 aprile la risposta del Generale Sala non è ancora arrivata. Alle 14 i partigiani comunisti intimano la resa del Gruppo entro le 17, scaduto il termine minacciano di attaccare. Visconti non si arrende e dopo molte discussioni viene redatta una nuova proposta di resa. Dei 5 punti chiave dell’accordo, due garantiscono, almeno sulla carta, che gli ufficiali del Gruppo vengano portati a Milano ancora armati, mentre sottufficiali e truppa possano tornare alle loro case. Dopo aver consultato i suoi ufficiali, che quasi all’unanimità approvano l’accordo, Visconti decide di firmare.








Il 29 aprile 1945 dopo aver consegnato le armi ai partigiani, Visconti saluta i suoi uomini con un discorso e li congeda. Sono le 10 e 30, e il Primo Gruppo Caccia, Asso di Bastoni, cessa di esistere al grido di GHEREGHEGHEZ.
Gli ufficiali salgono su due torpedoni diretti a Milano.
Alcuni degli uomini rimasti a Gallarate vengono derubati e malmenati, altri invece non subiscono aggressioni. 
Mentre gli ufficiali continuano il viaggio per Milano, i referenti dell’Aeronautica Paride Sacchi e Giannotti,  non sono presenti, ma ci sono i capi partigiani Aldo Aniasi, Bruno Golo e Vismara.
Il camion dopo essere entrato a Milano, si dirige nella caserma del Savoia Cavalleria, diventata sede della divisione Partigiana Redi, di cui fa parte Aldo Aniasi.
Insieme agli ufficiali italiani è presente anche il colonnello von Ysemburg, l’ufficiale di collegamento tedesco che aveva seguito il Gruppo Caccia in Germania.
Poco dopo il loro arrivo un partigiano chiede a Visconti di seguirlo :  lui, convinto che si tratti di un normale interrogatorio, esce salutando tranquillamente gli altri. 
Lo segue il suo attendente Valerio Stefanini, un giovane tenente del corso Zodiaco, arrivato da poco al Gruppo Caccia. 
Gli ufficiali rimasti nella stanza dopo pochi minuti sentono degli spari...




IN PREPARAZIONE

PARTE 14
POLITICAMENTE SCORRETTO