mercoledì 14 marzo 2018

I CIMELI DI ADRIANO VISCONTI

I CIMELI DI
ADRIANO VISCONTI
DURANTE
LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO
DI



Sono passati due anni da quando Giovanni Tripodi nipote di Adriano Visconti contattò l'Ufficio Storico per chiedere come poter donare i cimeli di suo zio all' A. M.
Due anni per ufficializzare al meglio la donazione come voleva la madre di Visconti, Cecilia, desiderosa che l'Aeronautica riconoscesse suo figlio come eroe e non come traditore, come purtroppo risultò nel dopoguerra in alcuni documenti.
Finalmente in concomitanza con l'uscita del nuovo libro di Giovanni Massimello sull'eroe Visconti, la donazione si è conclusa presso la casa dell'Aviatore il 13 marzo 2018.
Sono intervenuti l'autore del libro Giovanni Massimello (Clicca per il video)  Giovanni Tripodi, nipote di Visconti (Clicca per il video) il sottocapo di Stato Maggiore Settimo Caputo (Clicca per il video), il Generale Basilio Di Martino (Clicca per il video) e il direttore della rivista Storia Militare Maurizio Brescia.



il Gen. S.A. Settimo Caputo




Da sinistra Giovani Massimello - Maurizio Brescia



Giovanni Tripodi e il Sottocapo di Stato Maggiore Settimo Caputo










Giovanni Tripodi nipote di Visconti e il Gen. S.A. Settimo Caputo

Grazie ai ricercatori del gruppo AirCrashPo sono stati anche rinvenuti i resti del Messerschmitt Bf 109 su cui Adriano Visconti fu abbattuto sul lago di Garda salvandosi con il paracadute. I resti donati dai ricercatori Merli e Vezzoli al nipote di Visconti, Giovanni Tripodi, sono oggi custoditi all'Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare. (clicca per il video)


Da sinistra : Aurelio Morandi ultimo caduto in combattimento del Primo Gruppo Caccia
con Visconti e Roberto Di Lollo che dopo la guerra rimarrà in Aeronautica Militare


Il tenente Valerio Stefanini che morì ucciso a tradimento dai partigiani comunisti a Milano insieme a Visconti


Luigi Gorrini unico del Primo Gruppo Caccia Asso di Bastoni ad ottenere la Medaglia d'Oro al Valor Militare


Sergente Maggiore Gino Pizzati uno delle "comete di Visconti" che iniziò in Germania l'addestramento sul Komet


Cesare Erminio amico di Adriano Visconti già dalla Regia Aeronautica
 

Pannello dedicato a Visconti presso il Museo Storico dell'AM su iniziativa del Colonnello Pierluigi Poletti


23 marzo 2016 Museo Storico A.M. Giovanni Tripodi nipote di Visconti con Pierluigi Poletti allora direttore del Museo. In quei giorni si cominciò a parlare della donazione dei cimeli di Adriano Visconti.


Giovanni Tripodi e Pierluigi Poletti - Museo Storico AM 


Giovanni Tripodi e il Col. Poletti Museo Storico AM 


Alfonso e Giovanni Tripodi Museo Storico AM 


Col. Poletti e Giovanni Tripodi di spalle Museo Storico AM 


Col. Poletti e Giovanni Tripodi Museo Storico AM 


Giovanni Tripodi nipote di Visconti - Museo Storico AM


Giovanni Tripodi   Cpt. Lorenzo Ruffini


Da sinistra Giovanni Tripodi    Pierluigi Poletti    Cpt.  Paolo Monti


Paolo Monti    Marco Bovesecco    Pierluigi Poletti



Brevetto di pilota della R.S.I.


Loghi delle tre Squadriglie del
PRIMO GRUPPO CACCIA ASSO DI BASTONI
comandato da Adriano Visconti


Gino Pizzati


Gino Pizzati Squadriglia Bonet


Copertina del documentario biografico su Gino Pizzati



Uno degli alianti utilizzati dai ragazzi di Visconti per l'addestramento, mai terminato, al volo sul Komet

Olimpio Agostinis motorista della seconda squadriglia del Primo Gruppo Caccia

Copertina del DVD del documentario biografico in cui Olimpio Agostinis ha narrato la sua esperienza nel Primo gruppo caccia Asso di Bastoni  www.roninfilmproduction.com




Cesare Erminio a Roma durante l'intervista da cui è stato realizzato il documentario 
VOLANDO CON VISCONTI uscito nel 2010



 


La copertina del documentario biografico su Gorrini, IL CACCIATORE DEL CIELO
www.roninfilmproduction.com



Gorrini riceve la Medaglia d'oro al valore Militare


                                           


                             
Gorrini seduto sull'ala di un Macchi 200


Da sinistra Oddone e Fabrizio Colonna (2^ Squadriglia)


Francesco Cuscunà



Carlo Magnaghi


Da sinistra Egeo Fioroni, Visconti e Ugo Diappi


Visconti a Gallarate nei giorni di trattative con i partigiani, dietro di lui Gianpietro Svanini


Da sinistra : Weiss parla con Visconti (al centro)


Ernesto Botto il carismatico Comandante dell' Aeronautica Nazionale Repubblicana



















Valentina la sorella di Adriano Visconti


Adriano Visconti a sinistra e il cugino Enzo Antonozzi in Accademia Aeronautica
entrambi allievi del Corso REX (clicca per il video)



Visconti su un Macchi 205


Il funerale di Visconti (Collezione Luigi Gorrini / Silvia Bonomini)


Cimitero del Musocco di Milano la tomba di Adriano Visconti


Cimitero del Musocco di Milano - Tomba di Valerio Stefanini

DISPONIBILE IN DVD











ALCUNI FRAME DAGLI 8mm CHE CESARE ERMINIO GIRO' TRA IL 1943 E IL 1945 QUANDO ERA UFFICIALE PILOTA DEL PRIMO GRUPPO CACCIA ASSO DI BASTONI









mercoledì 17 gennaio 2018

LUCIANO SALCE E LA PRIGIONIA IN GERMANIA

In alcuni siti internet e anche in libri che riguardano la storia della Repubblica Sociale Italiana abbondano i nomi di intellettuali italiani che aderirono alla repubblica di Salò.
In molti casi l'adesione è vera e documentabile, come per  Dario Fo, però ogni tanto ci scappa l'errore.
Con Luciano Salce è accaduto questo; l'hanno dato per "repubblichino", ma lui la guerra non l'ha fatta con il fucile in mano ma l'ha passata in un campo di lavoro tedesco con un breve intermezzo a Dachau come punizione per una fuga finita male.
Fu prelevato in Italia subito dopo l' 8 settembre 1943, nei giorni di caos sopraggiunti dopo che il capolavoro badogliano dell'armistizio venne reso pubblico.
Così mentre all'alba del 9 settembre il Re "sciaboletta" con parenti e Badoglio si affrettavano a raggiungere Brindisi, Luciano Salce e migliaia di altri giovani soldati italiani raggiungevano i campi di prigionia.
Per cui Luciano Salce non ebbe modo di arruolarsi nelle Brigate Nere o nella Decima Mas anche perchè i fascisti in quei giorni dovevano ancora organizzarsi; la R.S.I sarebbe ufficialmente nata dopo il discorso che Mussolini, fresco di liberazione sul Gran Sasso, fece alla radio dalla Germania il 18 settembre 1943.
Per cercare di fare chiarezza su questo equivoco il figlio Emanuele dopo anni di ricerche ha rintracciato la documentazione riguardante il periodo in cui il padre era militare e carte alla mano ora può finalmente precisare come visse Luciano Salce dal 1943 al 1945.



Lettera di Luciano Salce al padre scritta in prigionia



Lettere di Luciano Salce al padre



Luciano Salce in piedi è il terzo da sinistra



Locandina del film IL FEDERALE diretto da Luciano Salce 


Da sinistra Robert Hoffmann, il produttore Alfonso Sansone e Luciano Salce.


Festa per il film COME IMPARAI AD AMARE LE DONNE da sinistra Franca Bettoia Ugo Tognazzi Romina Power Elsa Martinelli Luciano Salce Robert Hoffmann Vittorio Caprioli.



Poster del film documentario di Emanuele Salce e Andrea Pergolari dedicato a Luciano Salce

Emanuele Salce e lo zio Guido fratello minore del regista



Luciano Salce sul set di un suo film



ALCUNI FILM DIRETTI DA LUCIANO SALCE

Il secondo tragico Fantozzi



L'anatra all'arancia



Fantozzi 



Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno



Il provinciale



Basta guardarla



Il Prof. Dott. Guido Tersilli primario della Clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue



Colpo di stato



Come imparai ad amare le donne



La cuccagna



La voglia matta



Il federale




martedì 9 gennaio 2018

32 LA DIVISIONE ACQUI A CEFALONIA Michele Zucchi (Regio Esercito)

LA DIVISIONE ACQUI A CEFALONIA


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Michele Zucchi parte da Mandello per il servizio militare e viene inviato a Cefalonia con la Divisione Acqui. Quando arriva l'8 settembre 1943 dopo i primi giorni di titubanza gli italiani iniziano la battaglia contro i tedeschi. Zucchi si salva dai bombardamenti degli stukas ma viene catturato con molti altri commilitoni. Viene imbarcato su una nave per essere portato in prigionia. Durante la navigazione la nave viene affondata. Lui cade in mare ma viene salvato dall’equipaggio di una seconda nave che trasporta altri prigionieri italiani. Molti suoi compagni non si  salvano dal naufragio. Portato in Russia e utilizzato come lavorante dai tedeschi, a causa dei cambiamenti del fronte, sia lui che altri militari italiani si ritrovano prigionieri a fasi alterne prima dei tedeschi poi dei russi, che finalmente a guerra finita li liberano lasciandoli tornare in Italia.

Durata 73 minuti Colore/stereo

Contenuti extra - Video l'eccidio di Cefalonia tra mito e realtà con Massimo Filippini 30'

Lingua italiano/no sottotitoli

per acquistare con PAY PAL clicca qui (invia con l'ordine il recapito postale) disponibile in 5/7 giorni


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MANDELLO DEL LARIO
FESTEGGIA MICHELE ZUCCHI

Il 26 Gennaio alle 21.00 verrà proiettato nel Cinema Teatro Comunale Fabrizio De Andrè di Mandello il documentario LA DIVISIONE ACQUI A CEFALONIA con Michele Zucchi.


Zucchi fu internato in Russia dopo essere riuscito a scampare alla battaglia di Cefalonia ed anche al naufragio di una delle navi che dall'isola Greca portavano migliaia di prigionieri italiani nei campi di detenzione tedeschi. (Clicca qui per informazioni).




Regia Claudio Costa
Idea Walter Locatelli
Produzione Lorenzo Ruffini
Musiche Michele Ruggiero
Illustrazioni Francesca Romana Brogani
          

Michele Zucchi è nato a Mandello il 12 marzo 1923. Era un contadino come il padre Gerolamo quando fu chiamato alle armi il 5 settembre 1942. Fu assegnato all'Artiglieria e inviato in Grecia con la Divisione Acqui. Arrivò a Cefalonia il 2 febbraio 1943. Di guerra non ce n'era l'ombra in quei giorni; mare, sole, ulivi e convivenza con i Tedeschi e con gli abitanti dell'isola.
L'8 settembre del 1943 le cose cambiarono improvvisamente. Zucchi seppe dell'armistizio di notte da un ufficiale alquanto preoccupato. Il giorno dopo gli ordini furono di attendere notizie e non attaccare i tedeschi. Quando questi ultimi andarono a chiedere agli italiani le armi, secondo Zucchi degli ufficiali della sua batteria, Pigorini, Mancini e Mazzoleni decisero di rimanere al fianco dei tedeschi, lasciando liberi di arrendersi gli artiglieri contrari a questa decisione. Zucchi fu tra i ragazzi che si arresero e venne fatto prigioniero e portato a Lixuri. (Clicca per il video)

                               

Sopra Michele Zucchi secondo in piedi da sinistra a Cefalonia con dei commilitoni.

Dopo essere riuscito a scampare ai combattimenti che ci furono contro i tedeschi, Zucchi e altre migliaia di soldati italiani furono imbarcati su alcune navi e portati a Patrasso.
Da quel momento inizia la vera odissea di Zucchi e di migliaia di ragazzi della Divisione Acqui. Già durante il viaggio la sua nave affonda dopo aver colpito una mina. Zucchi è tra i naufraghi raccolti da una nave che seguiva. Molti altri moriranno in mare. (clicca per il video).
Arrivati a Patrasso i prigionieri saranno poi trasportati ad Atene per proseguire in treno verso la Polonia e utilizzati come lavoranti per i tedeschi. (clicca per il video).


















martedì 26 dicembre 2017









CHAPTERS 

1) THE SALT 2) HOW TO FEED 1 MILLION INHABITANTS 3) WORLD CLIMATE CHANGE 4) THE SILK ROAD 5) THE END OF 'PAX MONGOLICA' 6) THE VENICE ARSENAL 
7) THURN UND TAXIS 8) MERCENARIES 9) PIRATES, PRIVATEERS AND BUCCANEERS 10) EXPULSIONS OF MORISCOS, JEWS, HUGUENOTS AND THEIR ECONOMIC IMPACT 11) COLOR WARS 12) HENRY FORD AND THE CHICAGO SLAUGHTERHOUSES 
13) WWI 14) THE VIETNAM WAR BOOSTS THE CONTAINER INDUSTRY

Alessandro Giraudo, historian and economist, has worked in Turin, Milan, New York, Amsterdam, Zurich, Geneve and most recently Paris, where he is currently Chief Economist of the international group Tradition Viel.
In this documentary Giraudo presents a fascinating compilation of short chapters on economics myths and legends, on migrations of people, merchants, soldiers, on strategic economic mistakes, on curiosities and bizare occurrences and much more besides.

Directed by Claudio Costa

Written and narrated by Alessandro Giraudo 

Running time : 67'  Color/Stereo DVD PAL

Language : English / No subtitles



giovedì 30 novembre 2017

CAMPINI CAPRONI C.C.2




Nel Museo Storico dell'Aeronautica Militare è possibile vedere un esemplare del Campini Caproni C.C. 2


CLICCA PER IL VIDEO (CLICCA QUI)

DAL SITO DELL'AERONAUTICA MILITARE :

I primi studi per un motore a turbogetto risalgono agli anni ’20 ad opera dell’inglese Frank Whittle e tuttavia sino alla fine degli anni ’30 non furono realizzati velivoli a reazione. Nel giugno del 1939 volò l’aereo razzo Heinkel He.176 seguito, nell’agosto dello stesso anno, dall’Heinkel 178 spinto da un motore a getto con compressore centrifugo; nell’agosto del 1940 volò il Campini Caproni. Questo singolare aereo è quindi uno dei primi al mondo ad avere volato con propulsione a getto. Il velivolo, a propulsione ibrida, era definito “motoreattore” in quanto spinto da un motore alternativo che azionava un compressore assiale e da un postbruciatore attraverso il quale il flusso d’aria, precedentemente accelerato, veniva miscelato con carburante e quindi bruciato provocando la propulsione a getto. Sicuramente lontano da un tradizionale motore a getto – composto da compressore, camere di combustione, turbina ed ugello di scarico – questo aereo va annoverato comunque tra quelli che contribuirono al successivo sviluppo della tecnologia aeronautica.



Il Campini Caproni nel Museo Storico AM (Clicca per il video)



Collaudo motore del Campini Caproni



Il Campini Caproni in volo notare il finestrino aperto

Pur suscitando l'interesse di diverse nazioni, fu costruito in soli due esemplari ed effettuò pochi voli di collaudo, con Mario de Bernardi ai comandi, che tuttavia non riuscirono a risolvere alcuni seri problemi costruttivi, primo fra tutti l'eccessivo surriscaldamento della cabina piloti, che erano costretti a volare con il finestrino aperto.
L'esemplare esposto nel Museo Storico AM di Vigna di Valle è il n.2, recuperato sull'aeroporto di Bresso nel dopoguerra.


Mario De Bernardi il pilota che collaudò il Campini Caproni

TESTIMONIANZA DI FIORENZA DE BERNARDI